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    Il garzone influencer viola da 23 milioni l’anno accetta l’offerta da Abu Dhabi, farà schiacciate per  gli emiri

    Il garzone influencer viola da 23 milioni l’anno accetta l’offerta da Abu Dhabi, farà schiacciate per gli emiri

    • Alfonso Martino
      Alfonso Martino
    La cucina italiana è da sempre sinonimo di qualità ma non solo: quest’ultima alimenta campanilismi tra regioni, in cui ognuno difende in maniera esagerata i propri piatti tipici come se si trattasse di una questione di vita o di morte. Alcuni piatti però hanno il potere di unire tutte le regioni italiane, da Nord a Sud. Pensiamo alla pizza napoletana – esiste anche quella romana, lo sappiamo – alla carbonara o alla fiorentina, immancabile se si passa per il capoluogo toscano per un weekend. Dal punto di vista culinario (e non solo), la Toscana è una delle regioni più ricche del nostro Paese, capace di esportare anche all’estero l’ultima tendenza per quel che riguarda la cucina: parliamo della schiacciata fiorentina.

    La ricetta è diventata celebre grazie a Tommaso Mazzanti, imprenditore fiorentino e tifoso della Viola di 33 anni. Il nome potrebbe non dirvi nulla, ma con una rapida ricerca vi accorgereste che stiamo parlando dell’uomo dietro all’Antico Vinaio, attività avviata da suo padre come gastronomia nel centro di Firenze, in cui Tommaso ha iniziato a lavorare a 16 anni come garzone e che grazie alla sua visione imprenditoriale vanta 14 locali, 200 dipendenti e 23 milioni di fatturato. Cifre da capogiro che hanno riscontro nella realtà: provate ad andare in uno dei due locali a Firenze o alla sede romana a due passi dal Pantheon. In entrambi i casi troverete file chilometriche, con turisti italiani e stranieri in coda per gustare schiacciate ripiene di meraviglie, come la Favolosa, che include al suo interno sbriciolona, crema di pecorino, crema di carciofi e melanzane piccanti.

    Che l’Antico Vinaio sia andato oltre Firenze lo dicono anche i numeri sui social: nel 2012 è il miglior locale toscano su TripAdvisor, nel 2014 è il locale più recensito al mondo e con 600 mila followers su Instagram, 500 mila su Facebook e 300 mila su TikTok, l’Antico Vinaio è diventato il locale più seguito d’Italia, dimostrando che la visione di Tommaso era quella giusta. A proposito della sua visione, l’imprenditore è stato intervistato dal Corriere della Sera: “Dopo la malattia di mio babbo ho preso le redini della panineria, avevo poco più di 20 anni, ogni giorno le code per la schiacciata erano sempre più lunghe. Quando incontravamo il consulente del lavoro coi miei genitori, gli dicevo che l’Antico Vinaio sarebbe potuto uscire dalle mura fiorentine, lui mi disse di stare calmo, in fondo ero un ragazzino”.

    Tommaso Mazzanti ha portato il suo brand fuori dall’Italia grazie a una collaborazione con Joe Bastianich, che ha portato all’apertura di un locale a Times Square e prossimamente uno in California. L’America è arrivata grazie ai numeri social riportati in precedenza e che adesso vengono studiati anche nel corso di marketing alla Bocconi. Sull’importanza dei social, Mazzanti ha dichiarato: “Era luglio del 2009, cercai su Google l’Antico Vinaio, scoprii la mia prima recensione, un cliente straniero era esaltato per la schiacciata appena mangiata. Da quella volta, non è passato giorno che non vada su Google a leggere le recensioni dei clienti, cresciute giorno dopo giorno e provenienti da tutto il mondo. È una strategia vincente, ma anche una specie di malattia”.

    Ma come nasce la comunicazione social dell’azienda? Tutti quei video con bada come la fuma è frutto di agenzie di marketing o di Tommaso? L’imprenditore risponde così: “I post li faccio io personalmente, ci metto amore perché la schiacciata è buona per davvero, forse un’agenzia di comunicazione non ci metterebbe lo stesso amore, anche questo paga, non c’è finzione, è quello che cerco di far capire agli amici ristoratori”. Infine, l’uomo dietro all’Antico Vinaio ha parlato della possibilità di entrare in un mercato completamento diverso come quello degli Emirati Arabi: “Mi hanno offerto cifre folli, e pure in un Paese dove non si mangia il maiale. Però ho rifiutato perché avrebbero snaturato il progetto. Adesso però c’è una nuova possibilità e dovrebbe essere tutto pronto per un accordo in Medio Oriente, proprio negli Emirati”.

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