Grinta Bogliacino:|'Il Chievo è guarito'
La terra di Sicilia dirà se il Chievo soffre il mal di trasferta. E se la patologia può diventare cronica. La situazione è chiara. Così come la posizione di classifica. Rassicurante, ma non troppo. Perché i gialloblù di Stefano Pioli hanno viaggiato sempre al di sopra della linea di galleggiamento. Ma oggi il moto ondoso del torneo di A potrebbe farsi pericoloso. I numeri consigliano una inversione di tendenza repentina. Soprattutto fuori casa, dove Pellissier e compagni sono reduci da tre sconfitte consecutive contro Bologna, Lecce e Udinese. La partita di domani, allora, è destinata a dire molto. Perché il Chievo affronta un Catania con un diavolo per capello. Arrabbiato ma determinato. In caso di sconfitta inizierebbero gli sbuffi, anche perché la soglia del pericolo adesso è a sole quattro lunghezze. Mariano Bogliacino lancia dal ritiro palermitano del Chievo messaggi di battaglia. Parole che aiutano a riflettere.
Bogliacino, qual è il vero Chievo?«Quello che soffre contro il Palermo, gioca una buona partita e va in campo per vincere».
Esiste anche la brutta copia...
«Vero. A Udine è andata in campo la versione sbagliata della squadra. Ce ne siamo resi conto. Sappiamo di non poterci ripetere in negativo. E siamo consapevoli che soprattutto in trasferta questa squadra dovrà assumere un atteggiamento diverso».
L'inizio era stato promettente.
«Esaltante, direi. Due vittorie a Genova e Napoli. Ma lì ci siamo fermati. La vittoria fuori casa ci manca da tantissimo. Credo che la partita contro il Catania possa essere un banco di prova ideale per ritrovare il passo giusto lontano dal Bentegodi. Penso che dovremo stare attenti soprattutto a non prendere gol facilmente. Poi servirà quella cattiveria che è mancata sottoporta nell'ultimo appuntamento di campionato contro il Palermo». Il Catania sembra disporre della giusta rabbia...
«Dobbiamo essere così anche noi. Ma sono convinto che il Chievo possa giocarsela alla pari. Mi tornano in mente i primi minuti di Udine. Una palla buttata in area da Pinzi ha cambiato il senso dell'incontro. Un episodio. Certo, magari non siamo stati lucidi e concentrati come dovevamo essere. Ma sono convinto che dobbiamo insistere proprio sugli episodi. E girarli a nostro favore».
Il Chievo all'inizio vinceva in trasferta. Poi ha smesso di convincere. Come se ne esce?
«Il Chievo deve giocare il suo calcio. Dobbiamo fare quello che ci riesce meglio. Contenere, limitare al massimo gli errori, e ripartire veloci in contropiede. Penso che la vittoria di Napoli sia stata l'esaltazione di questo modo di interpretare la partita». Avete chiuso l'andata quattro punti sopra la zona retrocessione. La testa viaggia e vi porta dove?
«La testa è a posto. Siamo tranquilli e lavoriamo bene. Siamo usciti dalla Coppa Italia in maniera più che dignitosa, tenendo testa ad una grande squadra come il Palermo. Adesso penseremo solo al campionato. Il mister ha avuto modo di testare una volta di più tutti gli elementi del gruppo. E penso che la risposta del campo sia stata chiara: siamo in tanti a poter dare una mano alla causa del Chievo. Non ci sono titolari e non ci sono supplenti».
Ha visto, però, come corrono dietro le altre? «Difficile per noi che non possiamo mollare la presa, difficile comunque per tutti. Sono rimasto sorpreso dal Bologna, che nell'ultimo periodo ha giocato davvero molto bene. E non mi aspettavo di vedere il Lecce vincere sul campo della Lazio. Il Catania, poi, dispone di grande forza. Sappiamo chi andremo ad incontrare a dobbiamo prepararci a fare una grande prestazione».