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Giampaolo: 'Alla Sampdoria sto bene, in Italia non c'è più talento perchè il calcio è come il burraco'
Interessante anche la lettura di quello che è il 'talento', che in Italia nel calcio sembra diminuito. "Questo perchè il tempo dedicato all’attività è minore rispetto a prima" è la spiegazione che si dà l'allenatore di Giulianova. "Prima giocavi 8 ore al giorno in strada e se stai lì non studi. Oggi siamo saliti nello studio, chiaro però che hai un’ora per la scuola calcio e stop. Il calcio oggi non è più una questione di vita per i ragazzi, ma un hobby come il burraco.I più grandi talenti vengono da zone povere? I mezzofondisti più forti sono africani, devono correre dalla mattina alla sera. Dove c’è povertà dedichi più tempo allo sport. Più possibilità, più hobby: fai tutto e non vai a fondo di niente".
Secondo il credo di Giampaolo, il talento non deve essere limitato, e non è la tattica a soffocare l'intuizione o il colpo di genio: "Penalizzare un talento in virtù di un’idea è un problema, però l’organizzazione è un valore aggiunto, lo dimostrano Sacchi e Sarri. Ma avete visto mai una squadra vincere senza talento? Solo alla Playstation. È il talento che valorizza la partita: non sono io a dire a Quagliarella di fare gol di tacco o a Defrel di tirare all’incrocio. Messi e Ronaldo fanno la differenza, l’allenatore dà una logica".
L'allenatore quindi incide tanto, ma non è tutto: "Fa saltare il banco il talento che non è solo tecnica, ma la somma di personalità, furbizia, intuizione, sana presunzione" aggiunge il mister di Giulianova. "Adoro i giocatori furbi, odio il vittimismo, i pavidi. M’innamoro invece di chi sbaglia un colpo, viene fischiato e poi ha il coraggio di rifarlo. Il tacco di Quagliarella? Un’opera d’arte, inimitabile. Tutti i grandi gol non sono riproducibili. Il calcio è arte e anche lo stupore che genera in quel momento non è ripetibile".
Giampaolo ha ben chiari anche gli obiettivi della sua Sampdoria: "Migliorare e trovare un equilibrio tra le vittorie con le grandi e le squadre più alla nostra portata". E per il futuro, il mister non si cruccia: "Amo questo lavoro: è creativo e mi appassiona, ma mi consuma. Non penso di poterlo fare per tanti anni e guardo al futuro. Alla Sampdoria sto bene. Il grande salto? Mettiamola così, se lo faccio sono cavoli degli altri...".