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  • Cesena salvo:|Festa in piazza

    Cesena salvo:|Festa in piazza

    ‘QUE LINDA’, la marcia trionfale della legione bianconera comincia così, con Marco Parolo che appiccica al vetro del pullman scoperto griffato Cesena una maglietta che riporta quelle due parole che sono il leit motiv di Luis Jimenez e che la squadra ha adottato come motto salvezza. Duecento tifosi al Manuzzi vedono i ragazzi bianconeri salire sul torpedone, prima della sfilata, alle 20.

     E’ stato noleggiato a Milano e a ben guardarlo è lo stesso che una settimana fa ha ospitato il Milan nel bagno di folla per lo scudetto. Eppure qui non c’è nessuno scudetto da festeggiare, direbbero i più distratti. Ma forse c’è molto di più. E lo capisci quando il pullman inizia a prendere strada, con motorini davanti e dietro, clacson impazziti e tifosi che camminano bianconeri dalla testa ai piedi.

    Ci sono altri che sfoderano striscioni geniali: ‘Eh, GiAk’, mixando Vasco, la salvezza conquistata ed Emanuele Giaccherini. «Ai sem dlet» recita un altro. Più si avvicina al centro, quel torpedone, e più capisci che questa è una città speciale. Capace di radunare un popolo per le sue strade per un traguardo che non prevede Coppe o scudetti. Ma forse, vedendo Parolo e il team manager Fiorenzo Treossi al piano superiore saltare come matti e scandire i cori ‘Chi non salta è un bolognese’. inizieresti a capire qualcosa. Oppure quando il torpedone arriva alla Barriera e lì è un’esplosione. Fumogeni accesi, cori per tutti (gettonatissimi ’Parolo in Nazionale’ e ‘Resta con noi Luis Jimenez’).

     Lassù sul pullman, si tocca il cielo con un dito. Tutti con la maglietta ‘Cesena is all in’ celebrativa della salvezza. Sembrano tutti ultras i giocatori. Corso Sozzi è bello stretto e così l’abbraccio di una città ai suoi campioni è ancora più intenso. A volte capisci che le parole non bastano: così un tifoso sfodera un vessillo che somiglia più a un dipinto. Ritrae Jimenez vestito da prestigiatore, con un cappello per fare magie. Come le otto che ha fatto in campionato sotto forma di gol: ‘Jimenez a vita’, c’è scritto. Luis dal pullman saluta e ringrazia, ma lui, come Antonioli e compagni, trattiene il fiato, perché la meta, piazza del Popolo è vicina.

    E quando la vettura arriva lì, è il boato più grande degli ultimi tempi. Molto più di quello per un gol. C’è una piazza gremita e capisci che sei arrivato perchè è tutto vero. Michele Chiesa, lo speaker dello stadio, ha il microfono in mano e carica la folla. Poi ci pensa il solito Vasco: “Sembrava la fine del mondo, ma sono ancora qua”. Già, perché a un certo punto dell’anno sembrava potesse anche finire male. Invece, come direbbe El Mago Luis: ‘Que lindA, campeones’.
     


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