Caso Pato:| Problema in casa Milan
Con Ibra non si intende. E Allegri lo bacchetta: "Deve pedalare". Adesso con l'arrivo di Cassano rischia il posto da titolare.
Pato, solo e indisciplinato: il Milan ha un problema.
L'ultimo amico da cui si è dovuto separare è stato Ronaldinho partito da Dubai in gran segreto senza neanche avere il tempo di salutarlo. Anche Leonardo, Kakà e il mito Ronaldo hanno seguito altre strade, mentre lui, Alexandre Pato, detto il Papero, è rimasto a Milanello. È arrivato in Italia a 17 anni con l'apparecchio in bocca e un'evidente timidezza che gli servì per conquistarsi la simpatia del gruppo.
Poi venne il tempo dei cuoricini alla sua Sthefany, la fidanzatina famosa per una serie tv brasiliana che un anno e mezzo fa dopo averlo portato all'altare, è stata vittima del suo più veloce dribbling. Da quel giorno Patinho, ha sentito il bisogno di trasformarsi: non più ragazzino spaurito ma campione un po' indolente. I muscoli sono diventati improvvisamente troppo pesanti per il suo corpo causandogli vari guai e la testa è cresciuta nel modo sbagliato. Già con Ancelotti allenatore aveva dimostrato di avere poca voglia di allenarsi, Leonardo l'ha eccessivamente coccolato e talvolta perdonato mentre il sergente Allegri lo ha messo sull'attenti: lavora e non disperdere il tuo talento.
Tutti lo considerano un fuoriclasse con grandi margini di miglioramento ed è per questo che fa perdere le staffe. Quando ha voglia di giocare ed è diligente fa la differenza, quando come ieri, non riesce a entrare in partita diventa un pericolo per i suoi stessi compagni. Allegri, in privato, lo ha bacchettato fin da subito. Dieci giorni fa, invece, parlando di lui pubblicamente, si è lasciato scappare: «Deve pedalare». A Lecce è toccato prima a Ibrahimovic e poi a Gattuso riprenderlo. E i toni non sono stati cortesi. Pato non rientra quasi mai e questo crea gravi problemi alla squadra. Se c'è Seedorf a fare il trequartista mancano gli equilibri e tutti devono dare un contributo anche in fase difensiva. Al brasiliano però certi movimenti risultano indigesti e Ibra si sente limitato.
I suoi numeri sono comunque sorprendenti: a causa degli infortuni in campionato ha collezionato soltanto undici presenze ma è andato a segno otto volte. Meno rassicuranti sono invece le statistiche che prendono in considerazione il suo rapporto con lo svedese. Quando i due giocano in coppia, senza altri attaccanti (leggi Robinho e Cassano) non funzionano. A Lecce, infatti, Ibrahimovic ha segnato il suo primo gol, una prodezza che niente ha a che vedere con la loro intesa.
Allegri dovrà lavorare molto su questo aspetto ma soprattutto dovrà farlo Pato. La concorrenza in avanti è molto agguerrita, Robinho che in Puglia è rimasto ai box per l'influenza scalpita e anche Cassano sta sgobbando per riacquistare la migliore condizione. La partenza di Ronaldinho ha reso Pato più triste ma gli servirà per migliorare il suo stile di vita. Il Milan era preoccupato perché spesso alle feste veniva segnalato anche il Papero. Adesso la comunità brasiliana è composta da lui, Robinho e Thiago Silva e quest'ultimi hanno una famiglia. Leonardo, invece, è tornato a Milano e magari continuerà a dargli qualche consiglio. Il Milan non si opporrà perché si fida del suo gioiello. Qualche giorno fa, lo stesso Pato ha affermato che non andrà mai all'Inter. Dal punto di vista dialettico, ineccepibile. Di questi tempi, al Milan, non c'è frase più gradita.