Bologna, Longo 'Io gradirei rinnovare'
Direttore, prima di tutto: come ci si sente a far parte del Bologna che, a distanza di 31 anni dall’ultimo successo, è riuscito nell’impresa di battere la Juventus a Torino?
“Devo dire che non ho avuto sensazioni particolari, l’eccitazione maggiore me la danno le vittorie contro l’Inter o il Milan.
Nelle partite con la Juventus, storicamente, le mie squadre non hanno mai avuto grossi problemi: a Cagliari, ad esempio, abbiamo battuto la Juventus cinque volte su sei.
Posso dire che ci sono quasi abituato.”
La sua attenzione, quindi, è già rivolta alla partita contro il Cagliari?
“Come sempre. La mia attenzione era rivolta alla squadra isolana già da sabato notte.”
Questo Bologna può davvero mirare a qualcosa di più che non una “tranquilla salvezza”?
“Bisogna premettere che l’affidabilità del gruppo (sia tecnici che calciatori) è a prova di bomba. Stiamo tutti tirando la carretta da luglio e le energie nervose impiegate finora sono state molte: tutto questo per dire che dobbiamo dare il massimo fino all’ultima partita, ma eventuali deficit sarebbero comprensibili.
Tenuto conto che ci restano 11 partite -e di queste dobbiamo giocarne ben 6in casa- sono convinto che questo gruppo potrà raccogliere ancora tra i 15 e i 20 punti, quindi arrivando alla fine con 50-55 punti.”
Abbiamo parlato del futuro del Bologna, ora affrontiamo il suo: non è il momento di discutere del suo rinnovo?
“No, penso che non sia ancora il momento: ad oggi la nostra concentrazione, come detto, si deve concentrare sulle ultime undici partite.
Io non voglio decidere all’ultimo momento: il mio lavoro, quello degli osservatori e degli scout, oltre alla programmazione del settore giovanile, è tutto in funzione del Bologna della stagione 2011-2012.
Per quanto mi riguarda, è ovvio che io gradirei rinnovare, visto che qua sono stato accolto straordinariamente; ma se rinnovo, non lo faccio ‘tanto per rinnovare’.”
A proposito del lavoro che sta svolgendo: chi è il “prossimo Gaston Ramirez” nel mirino?
“Posso solo dire che abbiamo seguito con grande attenzione il Mondiale Under 20, mentre due settimane fa abbiamo mandato un osservatore a Tel Aviv: non vi dico però se a seguire Hapoel o Maccabi (ride, N.D.R.).
Con la povertà dei mezzi che abbiamo, riusciamo ancora a fare calcio grazie anche alle molte amicizie e al nostro ottimo staff.”
Restando sempre in tema di programmazione e di ‘calcio futuribile’, come si immagina la prossima stagione di Serie A?
“Vedo l’Atalanta probabilmente nella massima serie, e così anche il Siena del ricco Mezzaroma. Come terza compagine destinata alla promozione penso che se la giochino Torino e Novara; fidatevi di me, tenuto conto che l’anno scorso avevo fatto i miei pronostici, includendo già allora Parma e Bari nella lotta salvezza (nella quale consideravo già noi, Cesena, Lecce e Brescia).
Tenuto conto di tutto questo, immagino che la Serie A dell’anno prossimo sarà più difficile: per questo motivo bisogna programmare la prossima stagione già da ora con grande attenzione, così da non finire il prossimo anno nel vortice della lotta-salvezza.”
In chiusura, vuole lanciare un appello ai tifosi in vista della partita di domenica contro il Cagliari, tenuto anche conto delle politiche promozionali attuate dalla società?
“Questa è una politica saggia, mirata a fidelizzare i nostri tifosi, avvicinandoli allo stadio: non è tanto una questione meramente monetaria, quella di ridurre i prezzi, quanto un’iniziativa portata avanti per avere un maggior numero di supporter in futuro.
Per quanto riguarda la partita contro il Cagliari, dico ai nostri tifosi che una grande cornice di pubblico rappresenta davvero un uomo in più in campo, e in questo momento i nostri calciatori meritano un plauso e il supporto da parte di tutti.”