Atalantamania: furia Zapata, a scansarsi è stata la Juve!
FORZA 8- Al bacio l’intesa con il Papu, che dopo il gol solleva in aria quasi fosse un figlio. Barcolla, cade male, ma non molla e finisce la gara zoppicando. Ma non è da togliere, persino quando cammina. I numeri parlano per lui: gli otto gol che la Dea ha messo a segno nelle ultime cinque gare sono stati tutti autografati dallo dalla stessa mano, ops, piede, di Duvan Zapata. Questo, a conti fatti, significa che senza Zapata l’Atalanta avrebbe una differenza reti nettamente inferiore e, soprattutto, non avrebbe ottenuto vittorie importanti come quella a Udine, contro la Lazio e il pari con la capolista. E quando il suo ‘vice’ Barrow fa il suo ingresso in campo, a uscire è Masiello: Gasperini ha provato fino all’ultimo a vincere questa partita. Altro che preservare il risultato, la Dea non si è mai scansata.
SCANSJUVE- Il campo di Bergamo paga solo l’errore individuale di Djimsiti: prima Babbo Natale Berat regala un autogol da dilettante, poi si fa scappare CR7, l’unico da tenere sotto controllo peggio di una videocamera di sorveglianza. A scansarsi, invece, è stata la Juve: mette in campo tutti tranne l'asso da oltre cento milioni e il suo geometra Pjanic. Poi, sopra di uno non per merito, non ne approfitta minimamente e lascia dirigere il gioco all’Atalanta che al 22’ è libera di pareggiare i conti e poco dopo di capovolgerli. Solo quando Allegri capisce che mettersi da parte non è una buona idea, la Dea perde i meritati due punti.
RESTA DI SASS…UOLO- E adesso rimane solo il Sassuolo, in quel campo che carica a mille l’Atalanta nel ricordo di Everton, Dortmund, Copenaghen. Le ricorda l’Europa, quella a cui giustamente ambisce perché è alta quasi come lei, 1, 28, il metro di paragone di questa classifica. Essere noni non basta, purtroppo le altre avversarie non si chiamano Juve. Perché ormai è chiaro, quando affronta le big il Goku nerazzurro si trasforma in Super Sayan di terzo livello. Ma quando incontra le altre, torna piccola piccola. Il rischio è che ricapiti a Reggio Emilia, dopo un duro tour de force. Ma sarebbe uno spreco, perché se c’è una cosa che dobbiamo imparare da Cristiano Ronaldo, è che le partite si devono giocare tutte, con le unghie e con i denti. Anche se l’avversario si chiama Frosinone, Sassuolo o Atalanta. Perché è proprio quando ti scansi e non le giochi che le perdi. E lui ci stava cascando.